Il Deca
Il Deca è un linguaggio in codice che veniva utilizzato dagli allevatori e dai venditori di bestiame oschesi durante le fiere di bestiame (féra) per non farsi capire dai loro concorrenti e poter parlare fra loro anche alla presenza di altri contadini interessati all’acquisto. È una lingua difficilissima da capire, ma soprattutto è complicato saperla usare. Si basa sul Taron, al quale vengono aggiunte delle sillabe all’inizio e alla fine delle parole. È un esercizio metalinguistico che oggi quasi nessuno è più in grado di compiere.
Esempio
mam (mamma) > L-AM-DE-MA = lamdema
la consonante iniziale è sostituita dalla lettera L
a fine parola si aggiunge la particella DE
segue la sillaba iniziale che conclude la parola
Eccezioni
parole che cominciano con L (la consonante iniziale diventa V): leura (lepre) = veuradele
parole che cominciano con A: arnauro (sciocco)= varnaurodeva
Deca
di Fabio Pedrini
Traduzione
Adesso vado a fare merenda.
Dopo posso andare in piazza dai miei amici.
Subito non posso farla ma appena posso vado a fare merenda.